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News e Eventi

Gli auguri del presidente di Terre dell’Etruria, Massimo Carlotti


Pubblicata il: 19-12-2022 - Terre dell'Etruria

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Cari Cooperatori,

avrei tante cose da raccontarvi e da chiedervi, ma so bene che conoscete meglio di me cosa abbiano significato questi mesi e questi anni. A tutti voi, donne e uomini che passate buona parte del Vostro tempo nei campi, nessuno può e deve chiedere ed insegnare niente. Non avete mai smesso di lavorare, sempre a testa bassa, con umiltà e generosità. Sono stati mesi e anni troppo lunghi e troppo bui per dire che sono passati. Molti di noi, in famiglia, nelle amicizie, nei gruppi dentro e fuori l’ambiente di lavoro, hanno perso qualcuno. Dobbiamo fare tesoro e non dimenticare, ma dobbiamo andare avanti. Ci stiamo avvicinando ad un nuovo anno e non possiamo dire che non ci siano incertezze. Se da una parte la pandemia pare ci stia dando tregua, altre emergenze si sono affacciate sulla popolazione mondiale. Epidemia, eventi climatici estremi, scarsità di cibo, odio tra i popoli, crisi energetiche e mancanza di lavoro, sono solo alcuni dei temi scottanti che dovremo gestire. Dobbiamo provare tutti assieme a resistere, mettendo come sempre il vostro straordinario impegno nelle cose che fate.

In un’agricoltura che vive momenti drammatici, in un mondo che cambia velocemente, vengono prese decisioni politiche che spesso non tengono di conto delle diverse agricolture; delle necessità e delle difficoltà di chi produce in pianura rispetto a chi lo fa in collina; tra chi possiede centinaia di ettari e chi campa la famiglia con terreni attorno alla propria abitazione; tra chi ha la possibilità di accedere alle conoscenze digitali e chi invece non può usarle. La Cooperativa sta esattamente al centro tra le contraddizioni delle scelte economiche e sociali della politica e gli agricoltori, ed ha il compito, non facile, di lavorare affinché queste differenze, sempre più ampie, siano colmate, andando a intercettare mercati e soggetti economici in grado di comprare i nostri prodotti pagandoli prima e meglio. Abbiamo fatto scelte coraggiose, diversificato ancora di più le nostre filiere, siamo sbarcati su nuovi territori, abbiamo aumentato l’occupazione e cercato di dare a tutti quanti le migliori conoscenze e la migliore formazione possibile. Tuttavia, non siamo riusciti a sufficienza a valorizzare prodotti e patrimonio umano. So di sicuro che abbiamo fatto del nostro meglio ma tutto questo non è stato sufficiente. Se abbiamo sbagliato qualcosa, e lo abbiamo fatto di sicuro, questo non deve farci abbandonare la convinzione che il progetto Cooperativo sia quello giusto. Sono convinto che in futuro avremo ancora più bisogno di buona cooperazione e di cooperative efficienti. Ma la cooperazione ha bisogno sempre più di condivisione e di capire se i soci delle cooperative credono ancora, con forza, nel valore dell’aggregazione. Non sto dicendo se funzioniamo bene o male, se facciamo tutto quello che va fatto e se le nostre organizzazioni di produttori investono e sono efficienti. Sto ragionando di condivisione nelle scelte, di lavorare in totale collaborazione e trasparenza, per obiettivi comuni. Le aggregazioni funzionano se sono grandi, perché solo in questo modo riescono a ridurre i costi, a fare cose improponibili per i singoli agricoltori, a fare innovazione migliorando la qualità del prodotto e l’approccio al mercato. Se ci si guarda di traverso, se si lavora su obiettivi di brevissimo periodo, se i soci si vedono concorrenti tra loro, state certi che la cosa non può durare.

Abbiamo scelto di abitare sotto questo tetto e mi auguro che ci sia, anche in futuro, sempre più spazio per tutti. Ma in una casa, come in una comunità, ci si sta se si condividono scelte e progetti, anche quando qualcosa non ci piace, anche se quello che stiamo facendo in quel momento non riguarda la nostra azienda. Dobbiamo coltivare speranza, dobbiamo gestire l’innovazione, sapendo bene che l’agricoltore ha costi che crescono di continuo e che per noi l’innovazione utile è quella che ci fa risparmiare. Non ci deve interessare la pura corsa al ribasso dei prezzi pur di vendere, non dobbiamo e non possiamo banalizzare le nostre produzioni perché no fa il bene di nessuno, consumatore incluso. Dobbiamo perseguire una crescita basata su una competizione che rispetti le regole, che generi valore e professionalità, che provi a coltivare eccellenze e dunque permetta di valorizzare il capitale umano che è il vero motore della crescita, a maggior ragione in una cooperativa come la nostra, che si tratti di socio lavoratore o socio conferitore. Questo è il nostro manifesto. Stare in Cooperativa vuol dire lavorare assieme ad una impresa particolare ed è per questo che qui, in casa nostra, non c’è un padrone. La testa sono i nostri soci agricoltori ed i nostri soci lavoratori.

Siamo in tanti, siete in tanti. Chi vi scrive tira le file di un discorso che nasce nelle riunioni degli agricoltori, nei magazzini, negli uffici, tra le discussioni dei vari organi sociali. Il passaggio generazionale deve essere continuo, i valori devono essere chiari. Chi fa il Presidente del Consiglio di Amministrazione non conta. Conta l’idea cooperativa: creare valore e restituirlo alle persone. Una bella soddisfazione quando ci riusciamo.

Auguri a tutti voi e alle vostre famiglie. 

 

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