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Insetti utili ed agricoltura sostenibile: un nuovo percorso sostenibile per l’ottenimento di prodotti sani ed a Residuo zero


Pubblicata il: 26-05-2022 - Terre dell'Etruria

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(a cura di Emanuele Creatini)

Giovedì 20 maggio, Azienda agricola Meini, Venturina – Terre dell’Etruria continua ad abbracciare la sostenibilità e lo fa anche grazie ai suoi soci conferitori. È il caso dell’Azienda agricola Meini, che, dopo un anno di studio e prove, è riuscita in un progetto importante e innovativo. Grazie al lancio di insetti utili all’interno delle serre di pomodori è stato possibile condurre una vera e propria “lotta” biologica infatti, senza l’utilizzo di prodotti chimici e fitofarmaci.

Un risultato rilevante, che interessa direttamente anche il consumatore finale. L’iniziativa è finita sotto i riflettori di RTV 38. Giovedì 20 maggio l’emittente fiorentina si è recata in loco per intervistare Alessandro Meini, titolare dell’azienda, Paolo Simonelli, responsabile ortofrutta per Terre dell’Etruria, e Daniele Marraccini, tecnico della Koppert. Uno scambio di grande interesse, che  abbiamo deciso di riportarvi per intero.

Paolo Simonelli, come stando andando le cose e qual è la novità di cui parliamo oggi?

“Le cose vanno bene. È arrivata l’estate e il clima si fa sentire. Quest’anno abbiamo appunto una novità: abbiamo provato a mettere in campo una prova importantissima, imbastendo una lotta biologica grazie all'utilizzo di insetti utili, così da evitare l’utilizzo fitofarmaci sulle varie colture. Il risultato ci ha consegnato un prodotto, ecosostenibile. Questo è il primo anno, ci abbiamo creduto e siamo riusciti a conseguire un primo risultato”.

Quali sono i vantaggi?

“Tantissimi vantaggi. Dall’assenza di fitofarmaci al controllo dell’inquinamento. Il prodotto finale è pulito, salubre e allo stesso tempo il produttore non viene in contatto con prodotti nocivi. Anche per l’ambiente c’è quindi un grande miglioramento, grazie alla coabitazione tra l’afide (dannoso per la pianta) e l’insetto predatore che lo fagocita. Questi due insetti coesistono e non creano danno produttivo alla pianta. Il teorema giusto che stiamo portando avanti e che cerchiamo di raggiungere è quindi quello di ottenere simultaneamente quantità e qualità. Questa è una strada che sempre più coltivatori stanno percorrendo, una nuova era, un nuovo metodo produttivo da portare gradualmente nelle produzioni. Gli stessi consumatori finali ne sono sempre più a conoscenza e si stanno mostrando sempre più sensibili alla questione, grazie anche all’impatto positivo sull’ambiente che questo processo genera. La produzione di prodotti sostenibili, a Residuo Zero, è una sfida che Terre dell’Etruria sta abbracciando con determinazione. L’obiettivo è quello di portare nei nostri punti vendita prodotti sempre più sani, gustosi e di qualità”.

Alessandro Meini, possiamo dire che la serra della vostra azienda agricola è nata grazie ad una ricerca innovativa?

“Sì, esattamente. Questa è una serra totalmente sostenibile dal punto di vista della difesa patogena. Perciò sì, può essere definita davvero innovativa”.

È motivo di orgoglio?

“Certamente, perché l’idea di questo progetto di difesa antiparassitaria è nato da due fattori specifici. Anzitutto dal non ricorrere alle molecole di sintesi, onde evitare resistenze anche dal punto di vista degli insetti. La natura si difende dalla molecola che la combatte. In secondo luogo, il sistema ad organismi viventi viene da lontano, in natura. Può essere definita una sorta di riscoperta ed un’ottimizzazione di un processo che rischiava di essere parzialmente dimenticato”.

Qual è il risultato finale?

“Il risultato finale è uguale, se non migliore. Il prodotto è buono dal punto di vista organolettico, ma anche dal punto di vista della pulizia. Questo è un prodotto certificato da analisi di laboratorio, quindi forniamo al consumatore un frutto privo di qualsiasi molecola di sintesi. È un’innovazione e una tutela importante”.

Questo tipo di ricerca può essere applicata ad altre coltivazioni?

“Certamente sì. L’importante è che il soggetto agricoltore sposi l’efficacia del sistema. Se si riesce a caprie questo, che la natura ci si difende dalla natura, tutto è possibile, senza nessun limite”.

Daniele Marraccini, il tutto passa dalla vostra supervisione vero? Qual è il vostro compito?

“Il compito di Koppert è quello di occuparsi di controllo biologico mediante l’impiego di organismi utili. Noi cerchiamo di gestire i problemi fitosanitari mediante l’impiego di organismi utili, evitando l’utilizzo di prodotti chimici. Si cerca di tenere a bada i vari problemi che affliggono le nostre piante negli agroecosistemi mediante questi organismi viventi, i quali vengono rilasciati nell’ambiente, in modo tale da controllare i vari patogeni e quindi, di conseguenza, cercare di non superare mai la soglia di danno. Queste tecniche di biocontrollo, se gestite nel modo adeguato, consentono di ottenere prodotti a residuo zero. A livello naturale, quindi, sono prodotto sostenibili, salubri, che di conseguenza arrivano al consumatore finale in modo adeguato, senza rischi per la salute. Qui da Alessandro Meini abbiamo impiegato un protocollo per il controllo degli afidi. È stata una sfida importante perché nell’azienda il problema insisteva da tempo. Tuttavia, facendo un’analisi dello storico aziendale e dei parametri aziendale si è visto che, con il rilascio di determinati organismi utili, come i parassitoidi, siamo stati in grado di arrivare quasi in fondo alla produzione senza l’utilizzo di prodotti chimici. Per completare il cerchio, inoltre, abbiamo rilasciato anche dei sirfidi, che sono sempre organismi utili in grado di predare gli afidi. Questo in modo da arrivare in fondo alla produzione senza superare la soglia di danno. Quando si parla di biocontrolo e controllo biologico bisogna considerare un approccio diverso. Il fitofago sulle culture potrebbe anche presentarsi, ma diciamo che, se vengono rilasciati in anticipo gli antagonisti dedicati, possiamo far sì che le colture non subiscono un danno tale da dover intervenire con altri prodotti non naturali”.

 

Questa è una strada che sempre più coltivatori stanno percorrendo, una nuova era, un nuovo metodo produttivo da portare piano, piano nelle proprie produzioni. Gli stessi consumatori finali ne sono sempre più a conoscenza e si mostrano sempre più sensibile alla questione, grazie anche all’impatto positivo sull’ambiente che questo processo genera. La produzione di prodotti sostenibili, a residuo zero, è sicuramente una sfida che Terre dell’Etruria abbraccia con determinazione. Si vogliono eliminare i rischi per i nostri clienti, facendo trovare in negozio solo frutta e verdura sana e di altissima qualità.

 

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