Pubblicata il: 25/02/2021
In buona parte del Centro Italia la notte del 14 febbraio, San Valentino, è stata ad oggi la più fredda del 2021, non proprio un idillio d’amore per le nostre olivete! La temperatura è scesa al di sotto dei meno 2C° già dalla mezzanotte e le minime termiche sono arrivate al loro minimo tra le 6 e le 7 del mattino con valori che hanno raggiunto nelle aree interne anche i -7C°.
Il danno da gelo che può subire un olivo è legato a diversi fattori: sensibilità varietale, ubicazione dell’oliveto, tipologia di gelata ( da irraggiamento, da vento freddo), dal contenuto di acqua della pianta, della bagnatura fogliare esistente al momento della gelata, dalle massime termiche registratesi nei 15/20 giorni antecedenti la gelata, dall’età della pianta .Prima di indicare che cosa fare dopo la gelata occorre, però, valutare che cosa può essere fatto prima che ciò avvenga e se si può intervenire prima dell’evento gelivo al fine di limitarne i danni.
Se si parla di nuovi impianti di olivo: occorre innanzitutto conoscere l’ambiente pedoclimatico in cui andremo a realizzare i nuovi impianti.
La “nuova” olivicoltura sta sempre più sviluppandosi in aree pianeggianti spesso di fondovalle, per gli ovvi vantaggi legati alla meccanizzabilità delle operazioni colturali, dove è normalmente più frequente che si possano verificare le gelate e dove si raggiungono minime termiche che possono danneggiare maggiormente, soprattutto i giovani impianti.
Dovremmo alzare la nostra attenzione di olivicoltori, quando ci troviamo in aree in cui negli anni antecedenti, sappiamo le gelate essere state dannose.
Gli ultimi anni hanno visto aumentare le temperature medie autunno invernali, ciò ha favorito soprattutto in terreni tendenzialmente sabbiosi (caratterizzati da un minor contenuto di acqua e come tali più facilmente “riscaldabili”), un anticipo della ripresa dell’attività radicale cui consegue un anticipo vegetativo.
In tali aree, si è osservato un minor danno da gelata tardiva quando:
a) si è ritardata la potatura dalla seconda decade del mese di marzo in poi;
b) si è ritardata la concimazione distribuendo il fertilizzante, soprattutto gli azotati, successivamente alla potatura;
c) si è ritardata la lavorazione dell’oliveto, in quanto l’arieggiamento del suolo è favorevole e di stimolo alla ripartenza vegetativa.
Dotare l’azienda di un sistema di monitoraggio delle temperature e dei principali parametri climatici e del suolo (umidità, temperatura), aiuta nel tempo a meglio comprendere in funzione di come si presenta l’evento meteorico ,anche le risposte della pianta e le azioni correttive e/o preventive da effettuarsi.
Per continuare la lettura della relazione di Paolo Granchi, seguire il alla rivista Teatro Naturale