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Intervista a Luca Brunetti, Tecnico di Terre dell'Etruria per l'area di Siena


Pubblicata il: 13-10-2020 - Terre dell'Etruria

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«Un costante lavoro di miglioramento e impegno per crescere in un’area fondamentale come quella senese»
Intervista a Luca Brunetti, Tecnico di Terre dell'Etruria per l'area di Siena 

Luca Brunetti, classe 1989, è un tecnico giovane e dalle grandi capacità. Con impegno costante sta promuovendo una crescita progressiva delle attività di Terre dell’Etruria all’interno di un’area importante come quella di Siena.
Con lui abbiamo parlato di prospettive di crescita e dell’importanza del lavoro dei nostri tecnici.

Luca, giovane ma con una grande passione per la terra. Qual è stato il tuo percorso di formazione? E come sei arrivato nella famiglia di Terre dell'Etruria?

Sì, la passione per l’agricoltura non mi manca di certo. È un settore che amo sin da bambino e mi ritengo fortunato a poterne fare oggi una professione. Mi sono formato alla Facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali di Perugia, dove ho conseguito dapprima la laurea triennale e poi quella specialistica in Agricoltura Sostenibile. In Terre dell’Etruria sono arrivato nell’ottobre 2018, contattato – per la prima volta – dall’allora direttore commerciale Graziano Lancioni che ringrazierò sempre per aver creduto in me sin dall’inizio.

L'area che ti trovi a gestire è una fucina di potenzialità. La crescita è stata esponenziale, così come le prospettive. Puoi darci un quadro del lavoro svolto, che stai svolgendo e che hai intenzione di svolgere?

A mio avviso, l’area di Siena ha davvero grandi potenzialità. Parliamo di una zona molto vasta, che comprende territori d’eccellenza per l’agricoltura italiana: basti pensare al Chianti o a Montalcino per il settore viticolo, o alla Val d’Orcia per quello cerealicolo. Fortunatamente, oggi la crescita di Terre dell’Etruria in questo territorio c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Molte aziende agricole rispondono presente e sposano appieno la nostra filosofia, permettendoci di far accrescere la mole di lavoro e l’interesse – mai negato – per questa zona. Dal 2018 alla recente trebbiatura, i dati ci dicono che i quantitativi di cereali conferiti presso i nostri centri sono più che raddoppiati e abbiamo incrementato di buon grado anche il numero di soci della cooperativa su Siena. Tutto questo ci deve indicare che la strada intrapresa è quella giusta, con la volontà di fare ancora di più e meglio in futuro, magari continuando a puntare su filiere di produzione serie e capaci di riconoscere un valore aggiunto al prodotto dei soci conferenti.  

Alcune realtà fanno parte di filiere importanti come, ad esempio, quella di pasta Tosca. Il cerealicolo è sicuramente un motore trainante del senese. Come è andata la campagna 2020?

E qual è stato il lavoro di sinergia e coordinamento con i centri stoccaggio? La campagna 2020 è da ritenere sicuramente positiva. Come dicevo in precedenza, i numeri crescenti ci danno fiducia sotto questo punto di vista. Certo, è stata un’annata particolare, nata tra mille paure viste le incessanti piogge di fine 2019 che hanno impedito a molte aziende una semina nella consueta finestra di lavoro. A gennaio tutte sono comunque riuscite a terminare i lavori di semina, garantendo una buona superficie a cereale. È proseguita poi come una campagna piuttosto siccitosa, con scarse precipitazioni nei primi mesi dell’anno e ingenti piogge ad inizio giugno: condizioni che avevano lasciato temere il peggio (con compromissione della qualità finale) per il prodotto, in particolare per quello destinato alla filiere della pasta Tosca e della Plasmon. Per fortuna così non è stato, soprattutto grazie alla professionalità e disponibilità delle aziende socie nel lavorare e nel seguire le indicazioni date. Ovviamente, se tutto il lavoro procede bene, non posso non riconoscere il merito anche alla cooperativa Val d’Orcia e a Crete Senesi (con la quale il lavoro di coordinamento nei centri di stoccaggio è giornaliero), al suo presidente Glauco Volpe e ad Altero Culicchi, sempre pronti ad assicurarsi che tutta la fase di conferimento cereali proceda per il meglio e senza intoppi.

Come viene percepito il lavoro dei tecnici? Quanto è importante stabilire un rapporto di fiducia con il cliente?

A mio avviso, il lavoro di noi tecnici è fondamentale. In fondo rappresentiamo la prima interfaccia che un’azienda agricola ha con la cooperativa. La quasi totalità delle aziende, se dimostri serietà, affidabilità e disponibilità, è pronta a riconoscertelo. Io – ma credo di interpretare anche il pensiero dei colleghi – cerco sempre di dare il massimo sotto questi punti di vista e di essere un punto di riferimento tecnico per un imprenditore agricolo. Inoltre, con molti di loro si sta instaurando nel tempo un rapporto di fiducia e amicizia che va al di là della sfera lavorativa e questo è decisamente importante. Devo molto anche alla fiducia e alla pazienza che le aziende mi hanno concesso, soprattutto durante il mio primo anno di lavoro, quando non conoscevo praticamente nessuno e mi sono ritrovato a lavorare in una zona per me completamente nuova. Non mi hanno mai fatto mancare l’appoggio e di questo le ringrazio, cercando di contraccambiare ogni volta che posso.

Come è stata vissuta l'emergenza Covid-19 dalle aziende con cui ti confronti quotidianamente? C'è stata una ripartenza? E qual è stato il tuo lavoro durante la fase più dura della pandemia?

Con preoccupazione, come è facile immaginarsi. È stato un qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato, che ha sconvolto l’attività di tutti. In quei mesi, il più grande timore per le aziende agricole era che la logistica potesse subire forti rallentamenti o addirittura interruzioni nella fornitura dei mezzi tecnici, a dispetto dei cicli colturali che, al contrario, proseguivano prescindendo da tutto, con risultati che sarebbero stati disastrosi sul prodotto finale sia in termini qualitativi che quantitativi. Anche in quella fase abbiamo tentato così di garantire massima assistenza alle aziende, cercando di non far mai mancare nulla di ciò che occorreva pur nel rispetto dei decreti governativi che di volta in volta entravano in vigore. Ora siamo in una fase di piena ripartenza, che speriamo destinata a preseguire al meglio e senza nuovi disagi. Il mio lavoro, per fortuna, è proseguito sempre in maniera piuttosto lineare, chiaramente sino a quando le restrizioni me lo hanno consentito. Nella fase più dura sono stato costretto anche io a ridurre al minimo gli spostamenti e le visite aziendali, prediligendo i contatti per via telefonica o via mail.

La cooperativa sta investendo molto nell'innovazione. A tuo avviso, cosa potrebbe rendere ancora più efficace e puntuale il lavoro di voi tecnici?

Sì, è vero, la cooperativa sta investendo molto in questo settore. Credo sia un grande punto di merito, poiché investire in innovazione significa avere una visione sempre volta al futuro e al passo con i tempi. Farsi trovare preparati sotto questo punto di vista è basilare e tutta la vicenda Covid-19, sicuramente, non farà altro che accelerare l’adozione di nuove tecnologie e modalità di lavoro in ogni campo, compreso il nostro. Anche a noi tecnici è giustamente richiesto uno sforzo. Abbiamo iniziato di recente a fare ricorso ad app – collegate al nostro smartphone – che ci permetteranno di raccogliere tutta una serie di dati al fine di migliorare il nostro lavoro e renderlo gradualmente più efficiente possibile, nell’interesse nostro e, soprattutto, delle aziende agricole.

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